(ANSA) - FIRENZE, 10 MAG - La città di Firenze accoglie
all'interno di Palazzo Vecchio, in sala Leone X, 'La Pace',
detta anche 'La Pace di Kiev', di Antonio Canova: si tratta
della celebre versione in gesso del marmo custodito all'interno
del Museo nazionale Khanenko di Kiev e attualmente nascosto per
tutelarlo dai bombardamenti della guerra. L'opera sarà visibile
fino al 18 settembre.
La mostra, curata da Vittorio Sgarbi, è realizzata grazie
alla collaborazione tra il Museo Novecento e il Museo Gypsotheca
Antonio Canova di Possagno (Treviso), dal quale proviene
l'opera, ed è organizzata da Muse con Contemplazioni. A Palazzo
Vecchio dunque sarà possibile vedere quest'opera, insieme alla
grande tela di Pellizza da Volpedo, 'Il Quarto Stato', esposta
da pochi giorni nel Salone dei Cinquecento in una sorta di
binomio pace-lavoro. Commissionata dal politico e diplomatico
russo Nikolaj Petrovic Rumjancev, ideata da Canova nel 1812 e
realizzata nel 1815, la scultura viene pensata come omaggio alla
famiglia Rumjancev, fautrice di alcuni trattati di pace tra
Russia e altri Paesi. Canova venne incaricato di realizzare
l'opera all'alba dell'invasione napoleonica della Russia. Alla
morte di Rumjancev, la sua collezione viene donata allo Stato.
"La Pace di Kiev, proveniente dal Museo Gypsotheca Antonio
Canova di Possagno, è ora a Firenze, e qui, temporaneamente,
attende tempi di pace - ha detto Sgarbi -. Canova, l'ultimo
grande artista che ha chiuso l'arte dell'Occidente ha unito
tutto, non ha diviso. Canova è un grande conciliatore di ogni
conflitto, di ogni differenza, e in nome della sua Pace io
chiedo a voi di invocarla tutti insieme sul piano di spirito del
mondo, perché il mondo si salvi". "L'arte e la cultura
vinceranno contro la violenza e l'abominio della guerra - ha
affermato il sindaco di Firenze Dario Nardella, accompagnato dal
direttore del Museo Novecento Sergio Risaliti -. In questi tempi
così travagliati accogliamo a Palazzo Vecchio un'opera
fortemente simbolica che ci induce a riflettere sull'estrema
fragilità materica dell'arte di fronte alle forze distruttive ma
anche alla potenza della stessa che si fa forma, memoria,
messaggio di pace di inusitato coraggio". (ANSA).