(di Mauretta Capuano)
(ANSA) - ROMA, 14 GEN - ANTONIO MANZINI, LE OSSA PARLANO
(SELLERIO, PP 397, EURO15). Sciolti molti nodi del passato in
'Vecchie conoscenze' Rocco Schiavone deve ricominciare da zero e
non sarà facile. Il primo passo che fa è il distacco da Roma
come Antonio Manzini ci racconta nelle prime pagine
dell'undicesimo romanzo con protagonista l'amato vicequestore,
'Le ossa parlano', appena arrivato in libreria per Sellerio, ma
il cuore della storia è l'infanzia violentata, abusata e
negata.
"Quello da Roma è un distacco definitivo. Se non sarà per cause
di forza maggiore Rocco non ci tornerà più. Ormai Roma non è più
lui. Mi piace vedere che il tempo passa su questo personaggio e
cambiano le sue abitudini, le frequentazioni. E' divertente"
dice all'ANSA Manzini che da Roma si è staccato tanti anni fa
"senza nessuna tristezza, rimorso o rancore, perchè non la amavo
più. Rocco si stacca invece perchè non gli assomiglia più".
Schiavone si porta via però lo specchio della moglie Marina che
ha sempre nel cuore, nell'anima, nel cervello, è la sua vita.
"Dalla moglie non si può staccare, è difficile farlo dalle cose
non fisiche. Il pensiero della moglie ci sarà sempre. Sta
diventando una malattia mentale" spiega Manzini.
Per il vicequestore "la solitudine è una seconda veste" e la sua
ripartenza, se così si può chiamare, "è a freddo. Non è un
motore brillante. Accetta la strada dove lo ha portato la vita.
Rocco continua nel suo viaggio lento e sonnacchioso, depresso e
deprimente essendo lui affetto dalla depressione ormai
conclamata" racconta lo scrittore. Ma questa volta, in 'Le ossa
rotte' si trova davanti a un caso terribile, che lo
disequilibra: le ossa umane trovate in un bosco sono quelle di
un bambino, Mirko, scomparso sei anni prima, che la madre, una
donna sola, non si è mai rassegnata fosse morto. "'Mi è capitato
l'orrore'" dice all'amico Rocco..
"E' un po' una spada di Damocle. C'è sempre questa situazione
terrificante della violenza ai bambini, sotterranea, di cui si
comincia a parlare anche meno perchè non fa notizia, l'orrore di
non fare notizia. Però i bambini continuano a essere violentati,
abusati. Una delle cose più terribili che l'essere umano possa
fare è negare l'infanzia ai bambini. Avevo visto una fotografia
della guerra in Siria con una bambina che piange, il padre che
l'abbraccia ma lei ha paura, ha perso l'infanzia, ha perso
tutto" dice Manzini che riflette anche su come i piccoli e i
ragazzi hanno vissuto questi anni di Covid. "Sono stati
sbatacchiati. Mi dispiace tanto vederli così. Non vanno più a
scuola che è l'unica esperienza sociale. Si rischia di fare una
generazione di hikikomori, di persone che stanno dentro la
stanzuccia a guardare i social e non escono più, non dialogano
più con gli altri. Ho pensato che era il caso di parlare
dell'infanzia negata, abusata. Mirko è un bambino a cui è stata
negata non solo l'infanzia ma anche la vita. Buttato sul ciglio
di una strada, è terribile".
Giusto dunque il ritorno a scuola? Non mi sono fatto opinioni
politiche. Mi sono arreso, ascolto chi ne sa più di me e mi devo
fidare. Facessero ciò che è necessario per le scuole e per i
bambini, ciò che è necessario per la salute. Ma non sento più
una parola sul fatto che hanno massacrato la sanità pubblica per
trent'anni a favore di quella privata, dal governo Berlusconi a
Renzi cancellando centinaia di migliaia di posti letto. E il
problema principale della pandemia è stato proprio questo per
cui c'è un novax che si deve ricoverare e nega a un signore che
deve fare un intervento oncologico la possibilità di usare la
terapia intensiva. Questo è pornografico. Il problema però non
può ricadere sempre sull'ultimo della lista. Qualcuno faccia
pagare qualcosa a chi li ha cancellati. I nomi e cognomi ci
sono. Perchè non sento più una parola su questo e devo invece
sentire Berlusconi presidente della Repubblica. Io gli chiederei
dove sono i posti letto cancellati? " dice arrabbiato Manzini.
Chi vorrebbe presidente della Repubblica? "Sarebbe bellissimo di
nuovo Mattarella. Anche Gentiloni mi piacerebbe. Un
democristiano, di quelli tranquilli, figlio delle istituzioni.
Di questo c'è bisogno oggi. Non pregiudicati, quelli no" dice lo
scrittore.
Per questo romanzo, ambientato nel 2014, Manzini si è molto
documentato, ringrazia il protocollo Eva, una modalità operativa
della Polizia di Stato per il primo intervento degli operatori
nei casi di violenza di genere e il Labanof "che fa ricerche
sugli scheletri quasi da fantascienza, con cui si risale
all'identità delle persone" dice e aggiunge: "lo scheletro di un
bambino meritava un libro da solo". E questa volta anche
Schiavone "sta puntato soltanto a cercare di risolvere questo
caso, del resto non gli importa nulla".
Quando si gira la quinta serie con Marco Giallini?
"A fine febbraio e andrà in onda in 4 puntate forse in autunno,
ma la Rai fa come gli pare. E' tratta da Vecchie conoscenze e da
un paio di racconti. C'è un tentativo di non chiudere un giallo
in ogni puntata. La storia va avanti su due puntate" annnuncia
Manzini al quale picerebbe scrivere un libro per ragazzi, ma per
ora ci gira intorno e a fine anno ci dovrebbe essere una
pubblicazione Sellerio di un romanzo che ha scritto tanto tempo
fa: "sono incerto, un po' titubante. Per me è un bellissimo
libro, un romanzo strano, popolare, una specie di omaggio
moderno al verismo italiano" anticipa lo scrittore. (ANSA).
>>>ANSA/ Manzini, Schiavone e l'orrore dell'infanzia negata
Berlusconi al Quirinale? Ci dica dei posti letto negli ospedali
