(ANSA) - TORINO, 21 GEN - Il vicepresidente del Consiglio
regionale del Piemonte, Mauro Salizzoni, ha ricevuto a Palazzo
Lascaris Lidia Maksymowicz, deportata dalla campagna bielorussa
e internata nel campo di concentramento di Auchwitz-Birkenau
quando aveva solo pochi anni, insieme alla madre. " Un incontro
commovente - ha detto Salizzoni - così come lo fu la visita del
campo di Auschwitz che visitai negli anni Settanta quando,
durante uno scambio fra studenti universitari, trascorsi un
periodo di lavoro in un ospedale polacco. La vista del cumulo di
oggetti personali appartenuti agli internati lasciò in me un
segno profondo" .
La signora Lidia ha donato al vicepresidente una copia del
libro appena uscito 'La bambina che non sapeva odiare', scritto
con Paolo Rodari e introdotto da testi di Papa Francesco e di
due altri sopravvissuti, Liliana Segre e Sami Modiano. "La
memoria è l'unico grande vaccino per evitare il ripetersi di
simili tragedie", ha aggiunto il vicepresidente.
Lidia visse 13 mesi l'inferno del lager, nella baracca dei
bambini, diventando una delle piccole 'cavie' degli esperimenti
di Mengele. Sua madre sparì in una delle 'marce della morte',
alla fine del 1944 e lei venne adottata da una donna polacca,
senza però perdere mai le speranze di rivedere la madre
naturale, che in effetti ritrovò dopo 17 anni di ricerche.
"Il numero che porto tatuato sul mio braccio documenta che
quello che racconto è verità - ha commentato Maksymowicz -
purtroppo sono pochi i testimoni ancora in vita ma è
fondamentale raccontare ciò che è avvenuto per combattere
quell'odio che con i nazionalismi sta riemergendo in molti
luoghi. E mi rivolgo in particolare ai giovani". (ANSA).
Giorno Memoria: Salizzoni incontra Lidia Maksymowicz
Visse 13 mesi nel campo di Auchwitz-Birkenau come 'cavia'
