(ANSA) - GENOVA, 24 MAR - Da testimone del processo Morandi
(14 agosto 2018, 43 vittime) rischia di ritrovarsi indagato. Il
pubblico ministero Walter Cotugno ha chiesto la trasmissione
degli atti dopo la deposizione nel corso del processo di Andrea
Pancani, responsabile dell'ufficio di Spea Sorveglianza Utsa. Il
collegio trasmetterà la trascrizione nei prossimi giorni e a
quel punto la procura valuterà se indagarlo o meno.
Pancani era venuto a Genova nel 2019, dopo il crollo, per
rifare le ispezioni sulle infrastrutture del tronco ligure. Nel
corso delle indagini aveva detto che in Toscana le ispezioni
avvenivano entrando nei cassoni. Quando è stato sentito nel
processo ha, incalzato dalle difese, ha ammesso che anche a
Firenze non si entrava nelle parti cave delle opere. Dopo la
testimonianza il pm ha chiesto gli atti per eventualmente
indagarlo per falso, visto che dentro i cassoni non sarebbero
andati nemmeno in Toscana.
Ieri la procura aveva fatto acquisire al collegio una mail
ricevuta nel 2016 dallo stesso Pancani nella quale venivano
indicate le parole da non usare nei report sui viadotti
controllati da Spea (la società controllata di Aspi che si
occupava della sorveglianza) e che, secondo l'accusa,
dimostrerebbe la prassi di 'edulcorare' il reale stato delle
infrastrutture. La mail era stata spedita dagli imputati Alberto
Ascenzi (all'epoca del crollo responsabile dell'ufficio Spea
Supporto tecnico alla vigilanza) e Fabio Sanetti (allora
responsabile dell'ufficio di Spea Sorveglianza Utsa del Primo
tronco). Nella mail i due dicono a Pancani di eliminare, nelle
osservazioni in calce alle relazioni trimestrali, le parole "non
ispezionabili", "non accessibili e "calcestruzzo in distacco".
(ANSA).
Ponte Genova: pm chiede atti dopo deposizione teste
Dirigente Spea rischia di essere indagato dopo sua testimonianza
