(ANSA) - ROMA, 19 MAG - Le associazioni Lipu e WWF Italia in
un comunicato congiunto "esprimono stupore e preoccupazione dopo
aver appreso dell'intenzione del Ministero della Transizione
Ecologica di presentare, in sede di Conferenza Stato Regioni,
una proposta per affrontare la questione della peste suina
Africana e della presenza diffusa del cinghiale, attraverso
l'estensione a fine febbraio della caccia in braccata al
cinghiale, stravolgendo la legge quadro sulla protezione della
fauna".
"All'indomani delle incongrue dichiarazioni del
sottosegretario alla Salute Costa, il fatto che anche il Mite,
che dovrebbe essere competente in materia, disconosca le
evidenze scientifiche sulle conseguenze negative della braccata,
desta stupore e particolare allarme".
Secondo WWF e Lipu, "le ricerche scientifiche hanno ormai
unanimemente riconosciuto che i metodi e le forme collettive di
caccia al cinghiale, come la braccata e la battuta, sono tra le
cause principali della proliferazione, diffusione e dispersione
del cinghiale in Italia. Infatti, l'uso delle mute dei cani e la
totale assenza di selettività negli abbattimenti in braccata o
battuta destabilizzano le dinamiche gerarchiche dei nuclei
familiari di cinghiali, aumentando il numero di femmine che si
riprodurrà nella stagione successiva".
"La verità - concludono LIPU e WWF - è che il provvedimento
proposto, che stravolgerebbe la legge 157/92, non fa altro che
soddisfare le richieste del mondo venatorio, spalleggiato da
alcune associazioni rappresentative di quello agricolo,
capovolgendo la realtà: invece di vietare in tutta Italia queste
deleterie forme di caccia, le amplifica. Ancora una volta,
insomma, il Mite dimostra di prestare il fianco al mondo
venatorio, dimenticando la sua missione conservazionistica,
scientifica e di tutela". (ANSA).
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