(ANSA) - PESCARA, 25 GIU - "Il fatto che il 45,9% della
popolazione dichiari un'elevata soddisfazione per la vita è da
accogliere molto favorevolmente. L'Abruzzo è una regione che è
cresciuta molto rispetto anche solo a qualche decennio fa. E'
cresciuta economicamente, dal punto di vista della
consapevolezza critica, dal punto di vista della compagine
sociale. Tutti aspetti che lasciano i cittadini soddisfatti. Non
dimentichiamo che nel censimento del 1951, pur avendo un numero
di residenti simile, c'erano 500mila analfabeti e c'era una
povertà diffusa. Questo è un dato significativo. Siamo cresciuti
molto". Così la sociologa Eide Spedicato, già docente
dell'Università 'd'Annunzio', analizza i dati Istat per
l'Abruzzo sulla soddisfazione dei cittadini per le condizioni di
vita.
Il fatto che, nel complesso, più dell'80% dei cittadini over
14 si dichiari soddisfatto delle relazioni familiari non
sorprende l'esperta: "E' un dato molto importante, perché ci
segnala che certi valori sono ancora presenti nel nostro
territorio. Ci conferma che la famiglia educa a custodire certi
valori di comportamento e che continua a rappresentare un
elemento di riferimento".
Per quanto riguarda il tempo libero, Spedicato spiega che si
tratta di una "categoria piuttosto recente, che fino
all'Ottocento non c'era. È una realtà contemporanea che ha
assunto un particolare valore soprattutto negli ultimi decenni -
sottolinea - Il fatto stesso che vi sia un'industria legata al
tempo libero ce lo dimostra. Non so se il disagio espresso dagli
intervistati derivi dal fatto che l'ambiente in cui vivono non
offre un grado soddisfacente di proposte oppure se sia legato al
periodo dal quale veniamo, che non ha consentito di godere
appieno del tempo libero. E' comunque indispensabile
contemperare due dimensioni: l'impegno, in tutte le sue
dimensioni, e il tempo libero. Il tempo libero, per certi versi
e per alcune fasce di età, sembra essere diventato prioritario,
anche a discapito dello spazio dedicato all'impegno".
Sulla mancanza di fiducia verso il prossimo, la sociologa
parla di un "elemento brutto" che, però, "ha una sua ragion
d'essere: siamo immersi in un universo comunicativo in cui le
notizie cui si dà rilevanza sono quelle negative - sottolinea -
e quindi c'è una sorta di adattamento all'idea che la cosiddetta
società positiva oggi sia minoritaria. Non dimentichiamo che
molti di noi sono socializzati dal sistema mass-mediatico. La
socialità positiva, in realtà, prevale sulla socialità negativa
è se siamo arrivati a terzo millennio - conclude Eide Spedicato
- è proprio per questo". (ANSA).