Con voti 18 voti a favore e 17 astensioni il Consiglio Valle ha approvato la Strategia regionale di sviluppo sostenibile della Valle d'Aosta, integrata con il Quadro strategico regionale.
"Il documento - è scritto in una nota - si apre con una fotografia del contesto che permette di posizionare la Valle d'Aosta sia all'interno del quadro italiano sia rispetto ai singoli obiettivi dell'Agenda 2030, individuando cinque obiettivi prioritari tematici: una Valle d'Aosta più intelligente, più verde, più connessa, più sociale e più vicina ai cittadini".
Per il Presidente della Regione, Erik Lavevaz, "è il punto di arrivo di un percorso molto articolato, che ha visto un primo atto formale nel 2019 e che ha come prospettiva il 2030: muove dalla necessità, ormai condivisa, di pensare un futuro che tenga conto della limitatezza delle risorse, che non possono essere sfruttate incoscientemente". "Non è un discorso solo ambientale: è un percorso che tocca, trasversalmente, gran parte degli ambiti dell'amministrazione e della vita quotidiana. Per questo il documento è il punto di incontro tra tante pianificazioni e programmazioni che devono dialogare fra loro e arricchirsi a vicenda" ha aggiunto.
"L'obiettivo 2030 è un grande sogno - ha detto Simone Perron (Lega Vda) - di un mondo globale e globalizzato, digitale e pacifico, governato da organismi sovranazionali che possono passare sopra i popoli. L'enormità dell'apparato burocratico che viene messo in piedi per mettere a terra questi obiettivi è il frutto di una visione progressista, con annessa ingegneria sociale, con cui si vuole occupare a 360 gradi di ogni aspetto della vita umana. Un processo molto grande, un castello gigantesco di carte burocratiche, ma mancano le strutture per gestirlo". "L'obiettivo di una 'Valle d'Aosta più verde' - ha osservato Chiara Minelli (Pcp) - parla di efficientamento energetico e di abbattimento dei consumi da fonte fossile ma non è assolutamente convincente e presenta dati errati e fuorvianti.
Il capitolo dell'energia è fondamentale per uno sviluppo sostenibile ma il documento non è all'altezza della sfida che abbiamo di fronte". Secondo Andrea Padovani (Fp-Pd), "i 17 obiettivi dell'Agenda 2030 tengono insieme sfide inscindibili e profondamente intrecciate sulla giustizia sociale e sulla giustizia climatica, attraverso un approccio che tiene insieme gli obiettivi di lotta alla fame, alla povertà, alle malattie, quelli che riguardano la riduzione delle diseguaglianze e la parità di genere, con quelli che riguardano la tutela della biodiversità, la lotta ai cambiamenti climatici e la capacità di preservare le risorse naturali e la capacità degli ecosistemi di potersi rigenerare. L'Agenda è quindi uno strumento innovativo perché non solo realizza questo approccio trasversale di interconnessione, ma anche perché è uno strumento universale".