(ANSA) - PERUGIA, 20 GEN - "In Umbria non sono stati
segnalati ancora casi di peste suina africana (Psa). Proseguirà
pertanto il contrasto alla diffusione dei cinghiali, vettori
della malattia, secondo la programmazione regionale, ma non
potrà essere prorogata la caccia in battuta, poiché non è
consentito dalla normativa e potrebbe, anzi, accrescere i rischi
di propagazione della Psa". È quanto afferma l'assessore
regionale alle Politiche agricole e alla Caccia, Roberto
Morroni.
"In merito alla problematica della peste suina africana e
sulle strategie da mettere in campo per fronteggiarla - dice, in
una nota della Regione - la gestione del cinghiale è uno dei
nodi cruciali da affrontare. Considerato che la specie è il
veicolo del virus fra la fauna selvatica, la diminuzione della
densità di popolazione è senz'altro uno degli obiettivi da
perseguire, come già stabilito dal Piano di sorveglianza e
prevenzione in Italia della Psa 2021 inviato dal Ministero della
Salute alle Regioni".
"Il prelievo venatorio, infatti, costituisce lo strumento più
diretto ed efficace - continua Morroni - per ridurre la
diffusione dei cinghiali sul territorio, ma va coniugato con i
criteri di gestione e di controllo della propagazione della
malattia. Nelle ordinanze emanate per le zone dove è stata
rilevata la presenza della Psa e nei Piani regionali - evidenzia
- vengono individuate, bloccate o limitate tutte le attività che
comportano frequentazione delle aree infette e che rischiano di
causare stimoli alla mobilità della specie cinghiale. In questa
ottica, nelle zone di presenza del virus, in attesa di specifici
e mirati piani di abbattimento, è stata sospesa anche la
caccia".
"Di conseguenza, fin tanto che sul nostro territorio non sarà
rilevata la presenza della Psa - sottolinea ancora l'assessore -
continueranno tutte le ordinarie attività di controllo e di
contenimento che, come più volte ribadito, non devono essere
considerate attività venatoria e, come tali, non rientrano nella
sfera delle prescrizioni previste dal calendario venatorio.
Proseguirà, altresì, il prelievo venatorio del cinghiale
attraverso la caccia di selezione, come previsto dal calendario
venatorio".
"Non potrà essere prorogata la caccia al cinghiale in battuta
- aggiunge Morroni - perché non lo consente la normativa in
vigore, che prescrive la limitazione del periodo di prelievo
della specie cinghiale a un arco temporale di massimo tre mesi,
individuati nel calendario venatorio regionale 2021-2022 nel
periodo 3 ottobre-2 gennaio, come regolarmente effettuato.
Inoltre, motivi precauzionali spingono a limitare il più
possibile le attività che aumentano la dispersione dei capi di
cinghiale con il potenziale pericolo di incentivare la
diffusione della Psa, nella eventualità che, sebbene non ancora
rilevato, il virus sia già presente. Questo principio - rimarca
- è indicato e motivato nel Piano di sorveglianza e prevenzione
in Italia della Psa 2021 del Ministero della Salute e nel
documento allegato al Piano, Elementi di indirizzo per la
redazione del piano di gestione a livello regionale".
"A fronte di quanto appena spiegato - conclude l'assessore
Morroni - mi appaiono fuori luogo le dichiarazioni di quanti
esortano a una proroga del calendario venatorio". (ANSA).
Peste suina: Morroni, non rilevata la presenza in Umbria
"Proroga caccia cinghiale in battuta né consentita né opportuna"
