(ANSA) - TARANTO, 19 GEN - I picchi di benzene registrati a
Taranto nei mesi scorsi potrebbero provenire non dallo
stabilimento siderurgico ma da altre fonti, come la raffineria
Eni. E' quanto sostenuto, secondo quanto riporta l'edizione di
oggi della Gazzetta del Mezzogiorno, da Acciaierie d'Italia in
una lettera inviata martedì scorso ad Arpa Puglia. In
precedenza, la stessa agenzia regionale di protezione ambientale
aveva inviato una nota con la quale imponeva alla fabbrica di
adottare "tutti i possibili interventi correttivi di riduzione
delle emissioni di benzene da parte dello stabilimento
siderurgico". Secondo Acciaierie d'Italia il collegamento tra le
emissioni dell'inquinante e lo stabilimento siderurgico "non
trova il benché minimo riscontro nelle attività di verifica e
controllo da parte delle autorità competenti, tra cui la stessa
Arpa". Peraltro, rileva AdI nella lettera di cui fa menzione la
Gazzetta, lo stabilimento "è stato oggetto - dall'inizio del
2020 ad oggi - di 11 ispezioni ordinarie, oltre a 2 ispezioni
straordinarie" e "in nessuna di tali ispezioni sono stati mossi
rilievi relativamente alle emissioni di benzene rispetto alle
batterie in esercizio". Dunque, "l'esercizio dello stabilimento
- secondo AdI - è avvenuto nel pieno rispetto della normativa
applicabile e delle prescrizioni autorizzative, tanto da non
rendere funzionale da parte di AdI l'adozione di alcuna altra
misura diretta alla diminuzione degli incrementi di rilevazione
del benzene di cui all'oggetto". Nella risposta ad Arpa
l'azienda afferma che "sarebbe del tutto ragionevole valutare e
verificare, da parte di codesta spett.le autorità, se sussista
una ulteriore possibile fonte di incremento della rilevazione
del benzene, visto che - logicamente - lo stabilimento
siderurgico dovrebbe essere escluso". "Sul punto, AdI evidenzia
- è riportato nella lettera - che nell'ambito della raffineria
di Eni S.p.A. contigua allo stabilimento, a partire da
novembre-dicembre 2019 è gestito il greggio 'Tempa Rossa'
proveniente dalla Basilicata e trasportato in raffineria
mediante l'oleodotto Viggiano-Taranto". (ANSA).