(ANSA) - MILANO, 14 MAR - La quarta rivoluzione industriale
richiede una trasformazione del welfare, che dovrà essere cucito
su misura del lavoratore. E' quanto sostiene il coordinatore
scientifico di Adapt (associazione di studi sul lavoro fondata
da Marco Biagi), Michele Tiraboschi, in occasione della
presentazione del Rapporto "Welfare for People", realizzato
insieme all'Osservatorio Ubi Welfare di Ubi Banca.
"Il welfare pubblico che conosciamo - spiega Tiraboschi - è
costruito per la prima rivoluzione industriale, per la fabbrica
del Novecento, quindi per rapporti di lavoro stabili e una
carriera continuativa. Oggi la quarta rivoluzione industriale
cambia lo scenario e impone una trasformazione", perché ci sarà
"un salto di confini tra settori (primario, secondario e
terziario) e una continua transizione di persone da un posto di
lavoro a un altro". Inoltre, "le nuove imprese saranno sempre
più tecnologiche e il luogo di lavoro non sarà più l'ufficio, ma
spazi di smart working". Nel nuovo contesto diventa quindi
"difficile per il welfare pubblico accompagnare queste persone",
spiega il professore. "Il welfare aziendale, se costruito in
maniera intelligente, può accompagnare il cambiamento in atto",
caratterizzato da "nuovi modi di produrre, con sistemi connessi,
che richiedono un welfare legato alla persona e non più al
contratto o al settore di riferimento".