(ANSA) - ROMA, 24 GEN - Matite e colori procurati a rischio
della vita, vernice raschiata dalle pareti per recuperarne il
pigmento, carbone, ruggine, erba e mozziconi di sigaretta usati
per lasciare un'immagine a testimonianza di quello a cui gli
occhi non possono credere. L'urlo di dolore dei milioni di morti
nei campi di concentramento arrivano a noi anche tramite i
30.000 disegni realizzati tra il 1939 ed il 1945 e recuperati
dalle intercapedini dei muri, nascosti sotto le assi del
pavimento o addirittura occultati nei cimiteri, e tornati alla
luce dopo la Liberazione. Lo racconta il doc Disegni
dall'olocausto, in prima visione su History Channel (411 di Sky)
il 27 gennaio alle 21.50 nell'ambito della programmazione
speciale per il Giorno della Memoria.
E' la storia di chi ha avuto il coraggio di attestare i
crimini commessi dal regime nazista: artisti di tutta Europa,
tra i quali Bronislaw Czech (1908-1944 internato ad Auschwitz),
Leon Delarbre (1889-1974, internato ad Auschwitz), Peter Edel
(1921-1983, internato ad Auschwitz, Sachsenhausen e Mauthausen),
insieme a persone senza particolari doti artistiche. Ritratti,
autoritratti, nature morte, paesaggi, soggetti astratti,
caricature e disegni sul retro delle circolari delle SS, sulla
carta da pacchi, sui ricettari medici, ma anche sui bersagli per
le esercitazioni delle SS e sulle cartine delle sigarette,
documentano l'arrivo nei vagoni piombati, la selezione, la
disinfestazione, gli appelli quotidiani, il lavoro forzato, la
vita nelle baracche, le camere a gas e persino l'attività dei
crematori.
Tra gli elementi di novità del documentario c'è anche il
racconto della storia del Lagermuseum di Auschwitz, un piccolo
museo che il direttore del campo Rudolph Hoss usò come strumento
di propaganda per coprire le condizioni inumane degli internati
durante le visite degli ispettori della Croce Rossa
Internazionale. Attrezzato nella baracca 24, divenne per due
anni un punto di riferimento per molti artisti del campo ai
quali le SS commissionavano lavori da presentare ai dignitari
del Reich durante le visite ufficiali al campo, ma anche un
luogo dove gli internati ebbero accesso al materiale per
produrre in segreto disegni illegali, quelli che raccontavano la
loro realtà disperata. (ANSA).
