Il Lunar Crater Observation and Sending Satellite (Lcross) è stato lanciato nel 2009 insieme al Lro, Lunar Reconnaince Orbiter, dal centro spaziale Kennedy per scoprire se c’era acqua sulla Luna. La notizia è stata confermata dal responsabile della missione Lcross, dicendo che ce n’era in abbondanza. Un professore di scienze della Brown University e co-ricercatore della missione, diceva che si erano trovati circa 100 litri d’acqua. Il Lcross ebbe l’impatto nel cratere Cabeus il 9 ottobre, cioè 113 giorni dopo la partenza; le prove furono trovate e spedite sulla Terra da un secondo razzo prima che anch’esso esplodesse.
La Nasa sta progettando di mandare altri astronauti sulla Luna entro il 2020 per missioni più lunghe poiché dispongono di risorse d’acqua, quindi sarebbe possibile l’ipotesi di costruire una base lunare. Finora la presenza d’acqua sulla Luna si pensava fosse determinata o dalla cattura dei venti solari da parte del satellite o all’arrivo d’acqua dovuto al passaggio delle comete; si pensava anche a un attivo ciclo dell’acqua provocato dai cambi della luce durante il giorno solare. Dopo lo missione Apollo si era pensato che la Luna fosse un satellite secco, ma la missione Lcross, con la scoperta dell’acqua sul satellite, ha dato una svolta radicale allo studio lunare.
Il capo degli scienziati per la Luna alla Nasa di Washington ha commentato che la Luna conserva molti segreti e che la missione Lcross ha aggiunto un nuovo livello alla nostra conoscenza. Siamo riusciti a trovare l’acqua sulla Luna, cosa che in passato sembrava impossibile, chissà quali altre scoperte ci sveleranno le successive missioni.
